Dopo la natura, il corpo. Dopo il corpo, l’alimentazione; che è incontro tra natura e corpo.
“Chi beve buon vino non parla”, dice un detto provenzale; e quanto il cibo riempie le nostre giornate, la nostra cultura, i nostri pensieri…
Mangiamo per cosa? Per sostenerci, per muoverci, per rompere la legna e per leggere, per correre e per piantare i fischer per sostenere una mensola; mangiamo e beviamo perché le sostanze nutritizie nutrano i vari distretti del corpo, per trasformare il cibo in energia per compiere le azioni quotidiane, per curarci e ricostruire, per il piacere che dai denti al palato ci dà il contatto con tutto ciò che è edibile; e mangiamo per noia, per rabbia, per passione, per frustrazione, per amore, nell’attesa. Mangiamo per piacere, tantissimo; e tutti sappiamo quanto questa espressione diventi vizio, il piacere diventi disgusto di fronte a uno specchio, senso di colpa, o peccato di gola.
Il nostro obiettivo è stimolare riflessioni per stabilire un rapporto virtuoso col cibo: un rapporto di piacere reale che non ha solo a che fare col regime alimentare corretto, ma anche con un’adesione a un’idea di mondo.
Avremo modo nelle prossime puntate di sviluppare questo concetto, ma una bella riflessione la possiamo già iniziare. È giusto mangiare qualcosa, per dire, se sappiamo che ciò che facciamo lede la dignità di qualcuno – sia la nostra, di un animale o del mondo? Una considerazione di tipo olistico ci chiede di non considerarci solo come anima da una parte e corpo dall’altra, con le fratture che si creano quando una parte decide di prevaricare l’altra, e se quindi il corpo soffre per qualcosa di poco sano o ingurgitato in fretta, anche l’anima ne soffrirà – e se ne parlava anche nei dogmi della Scuola Medica Salernitana,
Se ti mancano i medici,
siano per te medici queste tre cose:
l’animo lieto, la quiete e la moderata dieta.
Il piacere consiste nel trovare un equilibrio tra noi stessi e un principio etico che potremmo racchiudere in una frase incredibilmente semplice: È bello vivere una vita bella.
Da questo deriva una riflessione altrettanto semplice: una vita bella richiede di non nuocere a noi stessi né agli altri, o, meglio, all’armonia del mondo in cui crediamo.
Questo ci garantisce ancora di arrabbiarci, di far l’amore, di innamorarci, di ridere, di dormire, e persino sì, di mangiare con gusto; ma di farlo con la certezza che non nuoceremo a noi né a questa armonia, e anzi, che le nostre azioni saranno a favore di questa armonia e quindi di noi stessi.
Forse significa solo questo essere consapevoli, no?
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Leggi gli altri articoli del decalogo di Era Consapevole:
#1 La natura
#2 Il corpo
#3 L’alimentazione
#4 La crescita personale
#5 La crescita spirituale
#6 Il movimento
#7 Il turismo
#8 Gli animali
#9 Il rispetto
#10 Era Consapevole