Abbiamo parlato di natura, corpo, alimentazione; ora iniziamo a entrare nel campo sempre più stretto – e umano – delle scelte.
E parlando di scelte, non potevamo non affrontare il tema della crescita personale.
Quanto è travisato questo punto nei tempi che viviamo!
Pare che crescere personalmente significhi dire a se stessi di fronte allo specchio di valere qualcosa, di avere opportunità – che magari non si hanno, o è giusto non si abbiano, o che nel momento in cui vengono conquistate vanno a rovinare un concetto delicato come quello di ecosistema -, di avere diritto a soluzioni standardizzate per tutti e sinonimo per tutti di successo.
Ma c’è uno splendido modo di dire: Tutti vuol dire nessuno.
La Ferrari, la villa in collina, le feste sono una immagine di successo; ma è un’immagine standard, valida certo per qualcuno, ma che non ha nulla a che vedere con il successo personale, declinato in quello che siamo, che siamo stati e in quello che i greci chiamavano: Destino.
Crescita personale diventa quindi un’altra cosa, ben più sensata, che potremmo dire: l’adeguamento di noi stessi al ruolo che abbiamo nel mondo e nella nostra storia personale.
Andare a correre perché si vuol dimagrire ha un senso; andare a correre perché si deve ne ha un altro; andare a correre perché è bello un altro ancora.
Ma crescere personalmente significa anche mettersi in sintonia col mondo che ci circonda; e questo è uno dei temi portanti di questi nove motivi per cui la nostra vita ha sete (più uno).
Crescere personalmente significa anche iniziare ad accettare una nostra responsabilità, che significa: muoversi con cura nel mondo. Significa fare la spesa con cura, scegliendo non solo ciò che giova a noi ma anche ciò che ha un significato comprare: ha poco senso nutrirsi di prodotti a chilometro zero se poi altri li facciamo arrivare dall’Himalaya, dall’Egitto, dal Messico, e magari provengono dallo sfruttamento di persone come noi in qualche momento del ciclo produttivo.
Significa tornare ad accettare il significato di alcuni termini, come: sforzo, fatica, lavoro, valorizzazione, presa in consegna, responsabilizzazione. Significa muoversi in bicicletta o a piedi quando si può, e iniziare a concepire il pensiero che questo non è un sacrificio – pur nobile – per evitare l’inquinamento dell’aria e salvaguardare la salute dei nostri figli, ma un atto volontario che ci mette al riparo dalla bruttezza e ci fa riscoprire il senso del luogo.
Su Era Consapevole l’attenzione alla lentezza ha forse anche questo senso: la volontà di far passare piano le esperienze per assaporarle, sceglierle, deciderle.
Assaporare, scegliere, decidere. Sono tre verbi bellissimi: non trovate?
Ti è piaciuto l’articolo? Allora scopri il progetto Era Consapevole
Leggi gli altri articoli del decalogo di Era Consapevole:
#1 La natura
#2 Il corpo
#3 L’alimentazione
#4 La crescita personale
#5 La crescita spirituale
#6 Il movimento
#7 Il turismo
#8 Gli animali
#9 Il rispetto
#10 Era Consapevole