Stiamo parlando dei nove motivi, più uno, per cui la nostra vita ha sete.
Il movimento è uno di questi, e con movimento intendiamo: il modo per valorizzare la capacità espressiva di un corpo nello spazio.
Se ci pensate, non esiste un momento nella vita di un uomo e una donna in cui il movimento non desti sorpresa. Il movimento delle mani di fronte al viso è sorpresa, e a volte perfino paura; il primo passo è sorpresa, e sorpresa è la prima volta che al primo passo ne segue un secondo, e un terzo, e il ventisettesimo diventa la prima corsa. È sorpresa la prima volta che la bicicletta segue la spinta che si fa sui pedali e risponde con un balzo in avanti, e sorpresa la prima volta che si tolgono le rotelle e si scopre la differenza tra l’equilibrio che ci si sarebbe aspettati e quello che invece è richiesto. Sono sorprese i moti d’amore, le prime carezze – di quelle, ce ne sono diverse prime -, e le velocità e le forze di un corpo irrobustito. Ed è sorpresa persino, nello yoga, la riscoperta che l’uomo non ha, come diceva un monaco benedettino, un corpo valorizzato dall’anima ma un’anima valorizzata da un corpo; che, insomma, quello che il corpo può non è una limitazione di quello che l’anima vorrebbe ma una presa di possibilità di quello che l’anima da sola non può.
Provate una delle posizioni più semplici dello Hatha Yoga, per dire, quella del diamante; vestiti di soli abiti comodi inginocchiatevi, appoggiando il sedere nella conca che i piedi scalzi creeranno, e mettendo il palmo delle mani sulle ginocchia. Tenete la schiena eretta e aiutatevi con la respirazione a gestire la perfetta parità tra tensione e rilassamento. È movimento? Tecnicamente, no: il corpo si ferma, l’impegno muscolare è ridotto; ci si può stancare, ma anche visivamente non è paragonabile – per dire – a una corsa. È sport? Certo che no: non esiste competizione, il controllo del gesto si fa via via maggiore ma senza sconfinare dal piacere personale alla pretesa superiorità nei confronti di un altro. Ma, se rileggete la spiegazione che ne abbiamo dato, consente alla respirazione di farsi spazio e unire uno stato mentale a uno stato fisico; diventa, cioè, la perfetta connessione tra un mondo e l’altro, tra il corpo animato e la mente incarnata.
Stiamo iniziando a unire i pezzi che abbiamo legato nei cinque precedenti incontri, lo notate?
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Leggi gli altri articoli del decalogo di Era Consapevole:
#1 La natura
#2 Il corpo
#3 L’alimentazione
#4 La crescita personale
#5 La crescita spirituale
#6 Il movimento
#7 Il turismo
#8 Gli animali
#9 Il rispetto
#10 Era Consapevole